Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Innanzitutto Buon anno a tutti ! Spero davvero che abbiate passato un natale e un capodanno meraviglioso. Il mio, alla Cueva, è stato davvero divertente: cibo, amici e musica fino alle 6 del mattino. Purtroppo le vacanze, come sempre, sono state troppo corte...ed eccomi di nuovo qui in ufficio cercando di rientrare nel ritmo della quotidianeità. Per non smentirmi, questa mattina, stavo girando un pò per internet e, su Loquo, ho trovato questo annuncio che potrebbe essere interessante per molti di voi... Consultoría Italiana de Recursos Humanos y Servicios a las empresas en lengua Italiana con sede en Barcelona, selecciona personal Tecníco, Ingenieros, Informaticos y Consultores con conocimiento de Italiano.No se precisa experiencia.Requisito minimo: Italiano -medio-.Conocimiento de otros idiomas -valorable Inglés-.No se descarta ninguna candidatura. Incorporación en empresas de prestigio Internacional y Multinacionales.enviar curriculum a: recursos.humanos@italiaconsulting.netTrovate l'originale su: http/www.loquo.com/english/post/2442374Suerte !
Ragazzi, forse a causa della mia decisione di smettere di fumare, in questi giorni mi sento un pò paranoico...
Spesso ricevo mail da visitatori del sito, in cui mi vengono poste domande dalle cui risposte ho quasi l'impressione che possa dipendere la decisione di venire a Barcellona o meno....
Per carità...mi fa piacere e mi riempie d'orgoglio potervi dare un consiglio utile e sciogliere un qualsiasi dubbio...però vorrei che teneste sempre a mente che tutto quello che scrivo è dettato esclusivamente dalla mia esperienza personale e da quella delle persone che mi circondano... chiunque per caso/fortuna/sfortuna avesse avuto esperienze molto diverse dalle mie potrebbe dirvi esattamente il contratio.
In linea di massima, dato che non sono un folle dissociato dalla realtá, ci prendo abbastanza e mi ritengo anche bravino a interpretare gli umori e le situazioni che mi circondano però, ripeto, tutto quello che scrivo è sempre basato sulle mie esperienze. Ricordatevelo sempre e non prendete quello che dico per veritá assoluta, ma sempre e solo come racconto di un esperienza o un'impressione.
Inizio il 2007 con una bella serata alla Cueva in cui innaugurare il nuovo giocattolo informatico per il mio mac (http://www.contourdesign.com/shuttlepro/shuttlexpress.htm) Solita musica divertente e ambiente rilassato. Ecco il flyer.
Uso lo stesso titolo del Corriere on-line nel citare un'intervista di Zapatero al Pais (non ho trovato l'originale, ma l'articolo del Corriere è qui ): in pratica si dice che la Spagna, entro pochi anni sará più ricca dell'Italia (ti credo...sono lì dietro che corrono come disperati...non sentite il fiato sul collo ? ) e della Germania in termini di PIL procapite... e sono sicuro che ci riuscirá.... visti i risultati incredibili degli ultimi anni. Proprio ieri sera pensavo alla mia prima volta in Spagna, a Madrid per qualche giorno, nel 96...il commento tipico era: sono come noi ma 10 anni indietro. Probabilmente era vero allora. Manco da Madrid ormai da qualche anno, ma dicono che sia diventata una cittá modernissima e all'avanguardia...quasi irriconoscibile (e considerate che ci ho vissuto un anno) Mi chiedo invece...uno straniero che venisse a Roma oggi dopo 10 anni di assenza, direbbe la stessa cosa ? Probabilmente no.... Uguale...solo più ristoranti a Trastevere ! E non riesco ancora a capire come facciano gli Spagnoli a correre così veloci !
Durante i giorni scorsi mi è capitato di conoscere alcuni ragazzi Italiani, che, arrivati da pochi mesi a Barcellona, giá iniziavano pensare di tornare in Italia. L'impressione che ho avuto è stata che Barcellona li avesse delusi: avevano riposto così tante aspettative in questa cittá, quasi fosse la soluzione a tutti i mali del mondo o, perlomeno, della loro vita, che il confronto con la Barcellona reale li ha semi-traumatizzati.
Questo eccesso di aspettativa purtroppo è anche colpa nostra (mi includo al 100%): noi Italiani che siamo giá qui e che quando parliamo con gli amici/conoscenti in Italia lo facciamo con toni entusiasti, raccontando sempre le cose belle e mai le difficoltá quotidiane.
Leggendo le pagine del sito, mi sono accorto che spesso anch'io commetto lo stesso errore: sempre a parlare di quanto si vive bene a Barcellona, di quante cose interessanti si fanno a Barcellona, di quanta gente simpatica c'è a Barcellona etc. etc.
In questo post ho deciso di parlare di alcune ragioni per NON venire a Barcellona: stará poi a ognuno di voi soppesare i pro e i contro e decidere.
Ovviamente (prima di ricevere mail e commenti di gente che non la vede come me) vi ricordo che tutto quello che scrivo è basato solo sulla mia esperienza e su casistiche generali...ovvio che ci sono sempre le eccezioni a tutto ! Anzi, vi invito a postare i vostri commenti a proposito.
Lavoro: purtroppo il livello delle opportunitá di lavoro rivolte agli stranieri è piuttosto basso. Non pensate di venire a Barcellona per rincorrere il lavoro della vostra vita. Normalmente il lavoro che troverete sará semplicemente un mezzo per vivere la vostra vita a Barcellona. Molti di noi Italiani lavorano in:
1. Call center 2. Ristoranti 3. Bar 4. Lavori occasionali/salutuari 5. Suonare il flauto a Plaza Orwell (vabbè...questo per scelta personale...)
Se venite con prospettive di carriera,non è questa la cittá: andate a Londra, negli States, in Scandinavia..dove vi pare, ma non a Barcellona.
Amicizie: come detto, è difficile farsi buoni amici Catalani o Spagnoli: probabilmente il vostro gruppo sará formato da Stranieri e (ovviamente) Italiani. Purtroppo gli stranieri vanno e vengono, quindi preparatevi a cambiare amicizie e comitive molto spesso... Potrá capitare che il vostro "socio" o la vostra ragazza/o decidano di mollare e tornare a casa... e voi soli a chiedervi se ha davvero senso rimanere... La partenza delle persone care è una spada di Damocle sotto la quale dovrete abituarvi a convivere .
La Casa: Come scritto nella guida, passerá diverso tempo prima di riuscire a trovare una sistemazione comoda in cui sentirsi davvero "protetti". Preparatevi a case fatiscenti, stanze sgabuzzino, compagni di casa strani, regole assurde da seguire, paranoie nell'invitare qualcuno, paura di essere sbattuti fuori dal padrone di casa, soldi da anticipare, soldi da perdere, litigi per i 5 euro... Prima o poi tutti si sistemano...tutti quelli che non si scoraggiano e non tornano a casa prima...
Bene...queste sono le principali macro-controindicazioni.
Continuo a pensare che qui si viva splendidamente, ma magari non è lo stesso per tutti. Ricordate sempre che venire a Barcellona deve essere una scelta seria, valutata attentamente e fatta per ragioni concrete: non è la cittá perfetta in cui risolverete tutti i vostri problemi. Per molti sará una parentesi piacevole per staccare un pò dalla propria vita abituale... per altri un trampolino di lancio verso qualche altra cosa...per altri ancora sará casa.
Io ancora non so cosa sará per me...
Questo finesettimana ho fatto pace con la cittá: avrete notato che da qualche tempo non scrivevo niente di nuovo sul blog, a parte rispondere a qualche commento e moderare un pò il blog.
Ebbene, il finesettimana passato mi sono venuti a trovare alcuni amici dall'Italia e mi sono ritrovato a guardare Barcellona attraverso i loro occhi: tutto quello per cui ero venuto e che purtroppo troppo spesso dimentico, preso dalla routine del quotidiano, è tornato nuovamente chiaro. Mi sono riguardato intorno ed ho pensato che per fortuna in questa cittá ci VIVO...ed abbiamo sotterrato l'ascia di guerra !
Mi sono appena reso conto che è uscito anche sugli schermi spagnoli (pochi) l'ultimo film di Salvatores: "Quo Vadis, Baby ?" Penso proprio che andrò a vederlo... Per chi è interessato, lo danno al "Verdi Park"
Pubblico il post di Anna, una nostra lettrice e prossima Italiana a Barcellona:
Senza sceglierla, senza conoscerla, tra un mese abiterò a Barcellona. Motivi di lavoro del mio compagno, casi della vita (mi ero da poco trasferita a Parigi) mi portano a lei. Ieri sera sono rientrata in aereo su Parigi dopo una settimana passata là per cercare la casa. All'aeroporto ho visto l'insegna "ILLY caffé" e mi sono sentita in salvo, come se per giorni fossi stata immersa in una dimensione parallela, sinistra. Strana città: intestinale, sciatta, buia, larga, percorsa senza interruzione da un movimento continuo, brulicante, sordo. O ero io che non potevo fermarmi? Di corsa tra un metrò e l'altro, da un appartamento all'altro (tutti bui, umidi, tutti dalle camere microscopiche, mi sono chiesta se i catalani temono la luce) cercavo di cogliere o rubare alla città una qualità, un segreto, un codice d'accesso. Strana condizione quella di ritrovarsi a dover abitare una città senza mai averci pensato prima, senza conoscerla, senza amarla. Cosa mangerò? Cosa mangiano i catalani? Prosciutti appesi dappertutto, rami di peperoncino, verdura e frutti lussureggianti, prosciutto, prosciutto, prosciutto, sembrano nutrirsi prevalentemente di prosciutto. Poi scopro un mercato, mi ci siedo in mezzo, mangio seduta al bancone calamaretti su due uova fritte, buonissimi. Mi sento felice, penso: mi piace. Ma è il primo giorno. Il secondo è brutto tempo, un uomo all'uscita del metrò mi offre la carta da visita di un mago, acquisto un telefono e il numero comincia con 666, affiorano sentimenti di superstizione che avevo da tempo educato e imbavagliato sotto il segno della ragione. Vedo appartamenti brutti. Un agente immobiliare mi mette in guardia contro tutti, dice che non devo fidarmi che di lui. Divento sospettosa, visito appartamenti con la scritta "venduto", divento abile nel decifrare menzogne pronunciate in catalano, un'agente immobiliare donna, tutta vestita di nero, gli occhi sfuggenti, mi ricorda certe streghe medioevali, mi stupisco che non si sieda accovacciata sul bordo di quella che lei chiama terrazza e che è in realtà un balcone di 1 metro per 50 cm, e parta in volo. Ogni tanto cerco di prolungare i miei giri verso il quartiere gotico, la cattedrale mi rassicura sulla bellezza della città, mi mimetizzo tra i turisti per sentirmi meno spersa, per avere una chiave di decifrazione, un: "oh, che bello!" che mi permetta di pensare qualcosa di compiuto sulla città, un suonatore di pifferi peruviani mi apre sentieri-viali, di estatica grazia tra costola e costola, ma è un attimo, la volgarità della Rambla, coi kebab che rosolano nello smog, si è già portata via tutto, più tardi respiro di nuovo, un po', tra il verde di certi alberi zeppi di pappagalli cantanti. Imparo le zone della città, giro con la mia lista del " Collegi d'administrators de Finques" (l'unica attendibile) di quartiere in quartiere, di casa in casa, scelgo e prediligo le visite alle case di quartieri come Saint Gervasi, Puxtet, dove un certo clima borghese mi consola del caos della città. Poi trovo la mia casa. A Puxtet, in una via di pini e mimose che sale verso il parco. E' grande, ha una grande terrazza che domina Barcellona, è cara (ma in Italia per la stessa metratura e la stessa vista l'avrei pagata un affitto 3 volte più caro). Mi appoggio al muro della terrazza e insieme all'agente (di nuovo donna, mezza età) stiamo in silenzio qualche minuto a contemplare la città che si stende immensa tra collina e collina, spuntano tra la folla dei tetti la Sagrada Familia (miracolo della fantasia quando niente la blocca) e certa immensa torre fallica-fosforescente , di certo architetto contemporaneo di cui mi hanno detto il nome e che ho dimenticato. Dico "Barcellona muy bonita", la donna risponde qualcosa senza sorridere ed io capisco che ha detto "è troppo grande". Penso che deve aver giocato e corso tra i vicoli di Barcellona prima che arrivasse l'ondata della moda, degli architetti, delle auto, dei turisti in calzoncini corti, chissà come era. Guardo meglio la donna per decifrarne l'età, mi chiedo quanti anni poteva avere sotto Franco. Ha un ché di triste che ho visto sulla faccia di tutti i catalani della sua generazione. Un ché di stanco. Il sole sta calando dietro Montjuic.
Anna
Nel mio ufficio stanno cercando un italiano/a per il dipartimento di customer care. La paga non è male (tra i 20.000 e i 24.000 lordi, a seconda delle lingue parlate e dell'esperienza, con contratto a tempo indeterminato) e l'azienda nemmeno (multinazionale americana di software).
Uno dei requisiti più importanti è la conoscenza delle lingue: oltre all'Italiano nativo, c'è bisogno di un livello medio/alto in un'altra lingua europea (escluso lo spagnolo).
Ovviamente un'esperienza pregressa in una posizione simile aiuterebbe.
Chi è interessato, può mandarmi una mail in privato (massi chiocciola italianiabarcellona punto com) magari allegando il CV da girare alle risorse umane.
In bocca al lupo.
PS Cercano persone che GIA' vivono a Barcellona...
Il dubbio tipico di chi, come me, è venuto a Barcellona in macchina è la burocrazia relativa alla propria patente: occorre cambiarla o va bene quella Italiana ? E con i punti ? come funziona ? Riporto un articolo apparso sul Periodico di qualche tempo fa che risponde esattamente a questa domanda.
¿Cómo afecta a los que tengan carnet extranjero?
Los conductores con carnet de conducir extranjero que sean sancionados a partir del día 1 de julio no se verán afectados por la entrada en vigor del carnet por puntos. Al pertenecer sus licencias a otros países, España no les puede retirar puntos, ni aunque se traten de ciudadanos de la Unión Europea. Solo seguirán recibiendo, como hasta ahora, la correspondiente sanción económica que abonan en el acto o es tramitada a través de los convenios interestatales vigente. La intención de los responsables de tráfico comunitarios es poder coordinar en el futuro sus bases de datos, ahora que la mayoría de países ya han implantado el carnet por puntos, pero para que esto sea una realidad, quedan aún muchos años. Para los extranjeros extracomunitarios que residen en España, esta vía de escape no existe. Todos tienen un plazo de seis meses para poder circular por España con el carnet de su país de origen pero una vez expirado, deben obtener aquí una licencia. Si proceden de países con los que España ha formalizado convenio, como Ecuador o Marruecos, la convalidación del carnet es automática. En caso de no existir convenio, deben someterse a las pruebas teóricas y prácticas y obtener un carnet partiendo de cero. En ambos casos circulan por España con una licencia sometida al nuevo sistema. Si son sancionados pierden puntos como los españoles.
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