Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Ho ricevuto ieri questo file da Bartolo, "Italiano a Barcellona" dalla prossima settimana: è la lista di tutte (o quasi) le agenzie di lavoro interinale di Barcellona. Per scaricarlo, cliccate qui. Grazie Bartolo !! Impagabile.
Ci sono dei negozi che, per le regole moderne del consumismo, non avrebbero diritto di esistere. Eppure continuano, con ostinata caparbietá, ad aprire le porte tutti i giorni. E' il caso di una piccola libreria di fronte al "Palau de la Musica": se vista da fuori, un osservatore distratto potrebbe scambiarla per il classico negozietto di cartoline. L'unico particolare che non quadra e insospettisce sono le decorazioni in legno stile liberty. L'altro giorno, dopo esserci passato ciecamente davanti per mesi, incuriosito, ho provato ad entrare e sono stato catapultato in un altro mondo...in un'altra epoca. Non so se avete letto il libro "La sombra del viento" (Bellissimo !!! lo consiglio a tutti per le atmosfere e le descrizioni della Barcellona anni '50): mi sono sentito dentro il cimitero dei libri di cui si parla all'inizio del racconto: libri di autori semisconosciuti, pregni di polvere e umiditá, stipati ordinatamente e catalogati con cura. La libreria è talmente piccola che per muoversi tra gli scaffali, o meglio, lungo il piccolo corridoio che porta a due piccole rientranze laterali, bisogna quasi mettersi di traverso. Eppure è in negozietti come questi che ti aspetti di trovare il libro definitivo...
Vi consiglio una visita: se ancora non è sparito come Safará...il negozio di Hamlin nei fumetti di Dylan Dog !
Il prossimo Sabato abbiamo organizzato alla Cueva una festa in maschera...in ritardo rispetto al carnevale, ma neanche troppo, no ? Ecco il flyer  Faccio un'aggiunta all'ultimo momento: il darth vader del flyer è la mashera che indosserò alla festa. DJ Darth V. @ Work !!
Prendo spunto per questo post dal commento in cui Ivan mi chiede consigli su lavori per informatici a Barcellona. A parte i soliti canali Web (Infojobs.net e Monster.es), uno dei posti in cui normalmente vengono pubblicate ricerche di personale straniero (non solo informatici) è il Metropolitan. Dato che la versione online del giornale non riporta gli stessi annunci della copia cartacea (almeno io non li ho trovati..potete provare voi stessi sul loro sito web), ho pensato di fare "cosa gradita" scansionandoli e mettendoli qui sul blog. Potete scaricarli da questo linkTenterò di pubblicare ogni mese il file aggiornato... In bocca al lupo
Il dubbio tipico di chi, come me, è venuto a Barcellona in macchina è la burocrazia relativa alla propria patente: occorre cambiarla o va bene quella Italiana ? E con i punti ? come funziona ? Riporto un articolo apparso sul Periodico di qualche tempo fa che risponde esattamente a questa domanda.
¿Cómo afecta a los que tengan carnet extranjero?
Los conductores con carnet de conducir extranjero que sean sancionados a partir del día 1 de julio no se verán afectados por la entrada en vigor del carnet por puntos. Al pertenecer sus licencias a otros países, España no les puede retirar puntos, ni aunque se traten de ciudadanos de la Unión Europea. Solo seguirán recibiendo, como hasta ahora, la correspondiente sanción económica que abonan en el acto o es tramitada a través de los convenios interestatales vigente. La intención de los responsables de tráfico comunitarios es poder coordinar en el futuro sus bases de datos, ahora que la mayoría de países ya han implantado el carnet por puntos, pero para que esto sea una realidad, quedan aún muchos años. Para los extranjeros extracomunitarios que residen en España, esta vía de escape no existe. Todos tienen un plazo de seis meses para poder circular por España con el carnet de su país de origen pero una vez expirado, deben obtener aquí una licencia. Si proceden de países con los que España ha formalizado convenio, como Ecuador o Marruecos, la convalidación del carnet es automática. En caso de no existir convenio, deben someterse a las pruebas teóricas y prácticas y obtener un carnet partiendo de cero. En ambos casos circulan por España con una licencia sometida al nuevo sistema. Si son sancionados pierden puntos como los españoles.
Nel mio ufficio stanno cercando un italiano/a per il dipartimento di customer care. La paga non è male (tra i 20.000 e i 24.000 lordi, a seconda delle lingue parlate e dell'esperienza, con contratto a tempo indeterminato) e l'azienda nemmeno (multinazionale americana di software).
Uno dei requisiti più importanti è la conoscenza delle lingue: oltre all'Italiano nativo, c'è bisogno di un livello medio/alto in un'altra lingua europea (escluso lo spagnolo).
Ovviamente un'esperienza pregressa in una posizione simile aiuterebbe.
Chi è interessato, può mandarmi una mail in privato (massi chiocciola italianiabarcellona punto com) magari allegando il CV da girare alle risorse umane.
In bocca al lupo.
PS Cercano persone che GIA' vivono a Barcellona...
Pubblico il post di Anna, una nostra lettrice e prossima Italiana a Barcellona:
Senza sceglierla, senza conoscerla, tra un mese abiterò a Barcellona. Motivi di lavoro del mio compagno, casi della vita (mi ero da poco trasferita a Parigi) mi portano a lei. Ieri sera sono rientrata in aereo su Parigi dopo una settimana passata là per cercare la casa. All'aeroporto ho visto l'insegna "ILLY caffé" e mi sono sentita in salvo, come se per giorni fossi stata immersa in una dimensione parallela, sinistra. Strana città: intestinale, sciatta, buia, larga, percorsa senza interruzione da un movimento continuo, brulicante, sordo. O ero io che non potevo fermarmi? Di corsa tra un metrò e l'altro, da un appartamento all'altro (tutti bui, umidi, tutti dalle camere microscopiche, mi sono chiesta se i catalani temono la luce) cercavo di cogliere o rubare alla città una qualità, un segreto, un codice d'accesso. Strana condizione quella di ritrovarsi a dover abitare una città senza mai averci pensato prima, senza conoscerla, senza amarla. Cosa mangerò? Cosa mangiano i catalani? Prosciutti appesi dappertutto, rami di peperoncino, verdura e frutti lussureggianti, prosciutto, prosciutto, prosciutto, sembrano nutrirsi prevalentemente di prosciutto. Poi scopro un mercato, mi ci siedo in mezzo, mangio seduta al bancone calamaretti su due uova fritte, buonissimi. Mi sento felice, penso: mi piace. Ma è il primo giorno. Il secondo è brutto tempo, un uomo all'uscita del metrò mi offre la carta da visita di un mago, acquisto un telefono e il numero comincia con 666, affiorano sentimenti di superstizione che avevo da tempo educato e imbavagliato sotto il segno della ragione. Vedo appartamenti brutti. Un agente immobiliare mi mette in guardia contro tutti, dice che non devo fidarmi che di lui. Divento sospettosa, visito appartamenti con la scritta "venduto", divento abile nel decifrare menzogne pronunciate in catalano, un'agente immobiliare donna, tutta vestita di nero, gli occhi sfuggenti, mi ricorda certe streghe medioevali, mi stupisco che non si sieda accovacciata sul bordo di quella che lei chiama terrazza e che è in realtà un balcone di 1 metro per 50 cm, e parta in volo. Ogni tanto cerco di prolungare i miei giri verso il quartiere gotico, la cattedrale mi rassicura sulla bellezza della città, mi mimetizzo tra i turisti per sentirmi meno spersa, per avere una chiave di decifrazione, un: "oh, che bello!" che mi permetta di pensare qualcosa di compiuto sulla città, un suonatore di pifferi peruviani mi apre sentieri-viali, di estatica grazia tra costola e costola, ma è un attimo, la volgarità della Rambla, coi kebab che rosolano nello smog, si è già portata via tutto, più tardi respiro di nuovo, un po', tra il verde di certi alberi zeppi di pappagalli cantanti. Imparo le zone della città, giro con la mia lista del " Collegi d'administrators de Finques" (l'unica attendibile) di quartiere in quartiere, di casa in casa, scelgo e prediligo le visite alle case di quartieri come Saint Gervasi, Puxtet, dove un certo clima borghese mi consola del caos della città. Poi trovo la mia casa. A Puxtet, in una via di pini e mimose che sale verso il parco. E' grande, ha una grande terrazza che domina Barcellona, è cara (ma in Italia per la stessa metratura e la stessa vista l'avrei pagata un affitto 3 volte più caro). Mi appoggio al muro della terrazza e insieme all'agente (di nuovo donna, mezza età) stiamo in silenzio qualche minuto a contemplare la città che si stende immensa tra collina e collina, spuntano tra la folla dei tetti la Sagrada Familia (miracolo della fantasia quando niente la blocca) e certa immensa torre fallica-fosforescente , di certo architetto contemporaneo di cui mi hanno detto il nome e che ho dimenticato. Dico "Barcellona muy bonita", la donna risponde qualcosa senza sorridere ed io capisco che ha detto "è troppo grande". Penso che deve aver giocato e corso tra i vicoli di Barcellona prima che arrivasse l'ondata della moda, degli architetti, delle auto, dei turisti in calzoncini corti, chissà come era. Guardo meglio la donna per decifrarne l'età, mi chiedo quanti anni poteva avere sotto Franco. Ha un ché di triste che ho visto sulla faccia di tutti i catalani della sua generazione. Un ché di stanco. Il sole sta calando dietro Montjuic.
Anna
Mi sono appena reso conto che è uscito anche sugli schermi spagnoli (pochi) l'ultimo film di Salvatores: "Quo Vadis, Baby ?" Penso proprio che andrò a vederlo... Per chi è interessato, lo danno al "Verdi Park"
Questo finesettimana ho fatto pace con la cittá: avrete notato che da qualche tempo non scrivevo niente di nuovo sul blog, a parte rispondere a qualche commento e moderare un pò il blog.
Ebbene, il finesettimana passato mi sono venuti a trovare alcuni amici dall'Italia e mi sono ritrovato a guardare Barcellona attraverso i loro occhi: tutto quello per cui ero venuto e che purtroppo troppo spesso dimentico, preso dalla routine del quotidiano, è tornato nuovamente chiaro. Mi sono riguardato intorno ed ho pensato che per fortuna in questa cittá ci VIVO...ed abbiamo sotterrato l'ascia di guerra !
|